Visitiamo la nostra chiesa

Storia

La chiesa eretta in onore di S. Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, si trova nella zona di Roma Sud, nel quartiere Ardeatino, tra la Via Laurentina, Viale del Tintoretto e Viale Aldo Ballarin, a poca distanza dall’Abbazia delle Tre Fontane, luogo in cui, secondo una antica tradizione, fu martirizzato San Paolo.

Il 17 maggio 1992, dopo la Beatificazione di Josemaría Escrivá,  Mons. Alvaro del Portillo, Prelato dell’Opus Dei, presentò al Romano Pontefice il progetto preliminare della Chiesa e ne offrì la costruzione alla Diocesi di Roma.

La definitiva elaborazione architettonica del complesso parrocchiale fu affidata all’arch. Santiago Hernandez, al quale Mons. del Portillo diede alcune idee ispiratrici: la chiara riconoscibilità nel quartiere come chiesa e vero luogo di culto, la funzionalità, la “romanità”.

Ultimato il progetto in tempi brevi e ottenuti i necessari permessi, i lavori di costruzione, resi possibili dalle offerte di fedeli di ogni parte del mondo, sono iniziati nel 1994.

Il 15 maggio dello stesso anno il Card. Camillo Ruini, Vicario Generale di S. Santità per la Diocesi di Roma, ha benedetto la prima pietra, durante una solenne liturgia svoltasi nel piazzale antistante il futuro edificio della chiesa.

Dopo meno di due anni, il 10 marzo 1996, S. Santità Giovanni Paolo II ha celebrato la solenne Dedicazione liturgica della chiesa.

La festa del Patrono si celebra il 26 giugno, mentre il 2 ottobre e il 14 febbraio ricorrono i giorni fondazionali dell’Opus Dei. Il 23 marzo si celebra il pio transito al Cielo di S.E. Mons. Alvaro Del Portillo, primo Prelato dell’Opus Dei.

Visita

Pur contornata da modernissimi edifici in vetro e cemento armato, la chiesa si staglia e si distingue nel suo spazio di destinazione, con caratteristiche estetiche proprie della tradizione romana.

Tutte le superfici esterne sono realizzate in mattoni e travertino. Il mattone, in funzione decorativa, è disposto in vari modi: a piattabanda sopra le finestre, ad imbotte sporgente attorno al vano finestre, a fascia di corsi orizzontali rientrati a segnare la facciata con strisce d’ombra.

La chiesa si presenta caratterizzata da un ampio sagrato, da una facciata con portico e dal campanile di moderata altezza. Il sagrato è una vasta piazza, pavimentata in cubetti di porfido, protetta da recinzione e cancellate, con una elegante fontana decorativa, un’aiuola circolare con albero di olivo ed altre zone a verde con essenze arboree quali palma, pino romano, leccio, alloro.

La facciata, di geometrica eleganza e di lineare semplicità, presenta un timpano di moderata inclinazione, al centro del quale è inserito un rilievo in travertino (m. 2,50 x 2), che rappresenta la Santa Famiglia, realizzato dallo scultore e pittore Romano Cosci. Il portico di accesso ha grandi portali, scanditi da otto rilievi in travertino raffiguranti croci greche i cui bracci terminano a freccia – simbologia cara al fondatore dell’Opus Dei – che vedeva in esse la diffusione del messaggio cristiano in tutto il modo.

All’interno del porticato, sopra la porta d’ingresso della chiesa, è stata posta la lapide commemorativa, inaugurata dal Papa nel giorno della Dedicazione (10 marzo 1996), come ultima pietra dell’edificazione della chiesa; spostata a sinistra vi è la prima pietra benedetta dal Card. Ruini il 15 maggio 1994.

Sul lato sinistro della facciata sorge il campanile, con i mattoni di rivestimento disposti in modo tale da creare strisce d’ombra verticali nella zona terminale, ove sono collocate tre campane.

Sul lato del campanile che guarda sud-ovest è posto un rilievo in travertino raffigurante un Angelo, opera di Romano Cosci.

 

Interno della chiesa.

Non appena si entra in chiesa lo sguardo, grazie all’unica navata e alle pareti laterali che restringono lo spazio fino a delimitare l’area del presbiterio, viene catturato del cromatismo della grande pala d’altare al cui centro è posto il Tabernacolo.

La chiesa ha una capacità di 380 posti a sedere nella navata e di altri 150 nella balconata. Il pavimento è in granito e le pareti sono parzialmente rivestite di travertino color giallo tenue, in accordo con le pitture della pala d’altare. Il soffitto è a cassettoni con pannelli decorati e colorati.

Nella parte alta delle pareti sono riportate tre strofe dell’inno eucaristico di S. Tommaso d’Aquino, Adoro te devote, espressione dell’amore verso il SS.mo Sacramento.

L’altare è realizzato in marmo, con intarsi che rappresentano i simboli dei quattro evangelisti: il leone di S. Marco, il toro di S. Luca, l’angelo di S. Matteo, l’aquila di S. Giovanni. Nella parte anteriore, in una nicchia marmorea, è stato posto il reliquiario di San Josemaría. Nella parte posteriore si legge, scolpita nel marmo, la seguente preghiera:

Beate Josephmaria
qui in voluntate Dei iugiter adimplenda
servus semper fuisti fidelis et bonus
intercede pro nobis ut
exmplum tuum sequentes
laborem sanctificemus
et animas Christo lucrifacere quaeramus
vias terrae illuminantes
lumine fidei et amoris

O Beato Josemaría, che da servo buono e fedele hai sempre compiuto con prontezza la volontà di Dio, intercedi per noi affinché, guidati dal tuo esempio, possiamo santificare il lavoro e guadagnare anime a Cristo, illuminando i cammini della terra con la fiamma della fede e dell’amore.

 

La pala d’altare di grandi dimensioni (m. 8,50 x 8,50) è stata ispirata al tipo in uso nei secoli XVI e XVII in Aragona, regione natia di S. Josemaría. È formata da otto dipinti su tela di lino e incollati su legno, sei laterali (m. 2,00 x 1,50), e due centrali, opera del pittore spagnolo Armando Pareja.

I sei laterali rappresentano (dall’alto in basso), a sinistra: AnnunciazioneVisitazione di Maria a S. Elisabetta; l’Adorazione dei Magi; a destra: fuga in Egitto della Santa Famiglia; Gesù tra i dottori del Tempio; una scena di lavoro nella bottega di Giuseppe.

Dei due centrali, quello superiore (m. 2,80 x 2,20) rappresenta, in alto, la Trinità e in basso S. Josemaría inginocchiato di fronte a Maria e Giuseppe, con la Madonna nell’atto di offrire una rosa(*) al Santo Gli Angeli raffigurati in adorazione della Trinità ricordano che la fondazione dell’Opus Dei è avvenuta nella festa dei Santi Angeli Custodi (2 ottobre 1928). Ognuno degli Angeli reca un simbolo: la fede, la filiazione divina, l’unità spirituale che vi è nell’Opera e l’aiuto reciproco, la paternità di S. Josemaría nei confronti di tutti i suoi figli dell’Opus Dei, l’universalità dell’Opera, lo studio, il lavoro, i quattro fini della S. Messa: adorazione, espiazione, ringraziamento, impetrazione.

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Nel dipinto inferiore (m. 5,00 x 2,20) è raffigurata la Crocifissione, con Gesù ancora vivente, Maria sostenuta da S. Giovanni, due soldati che si giocano a dadi la tunica, mentre il centurione si dà un colpo al petto a significare la sua conversione.

Nei due quadri centrali si nota una variazione di colore e di luminosità, che va dall’ocra scuro alla base fino al dorato solare che contorna la rappresentazione della Trinità; la luce è zenithale.

Nei quadri laterali la luce delle scene proviene da sinistra ed è focale per dare effetto scultoreo alle figure

Per la grande cornice in legno, che delimita la pala con disegni geometrici e marcato gioco di luci e colori, opera di esperti decoratori, è stato in gran parte utilizzato un tipo di ebano antico proveniente dal Messico, donato e inviato a Roma da alcuni devoti di S. Josemaría.

Una base in legno (alta m. 1,70), divisa in 18 pannelli (9 a destra e 9 a sinistra della Sede del Celebrante), raccorda la pala al pavimento. In ogni pannello sono riportati simboli e giaculatorie mariane: Mater Dei, Mater Ecclesiae, Regina pacis, Virgo fidelis, Spes nostra, Sedes Sapientiae, Ancilla Domini, Causa laetitiae, Tota pulchra (a destra); Gratia plena, Mater nostra, Domus aurea, Regina Angelorum, Ianua Coeli, Regina familiae, Stella orientis, Turris civitatis, Stella maris (a sinistra).

Sulla parete di fondo, ai lati della pala, sono riportati, con lettere a rilievo in ottone dorato, due brani del Vangelo: a destra

UT OMNES UNUM SINT,
SICUT TU PATER IN ME
ET EGO IN TE
(Io XVII,21);

a sinistra:

 ET EGO
SI EXALTATUS FUERO A TERRA,
OMNES TRAHAM AD MEIPSUM
(Io XII,32).

La funzione della pala d’altare è quella di captare immediatamente l’attenzione dei fedeli verso il Tabernacolo, visibile attraverso un oculo circolare al centro della pala d’altare. Esso è costituito da un’urna dorata sorretta da Angeli, su cui è rappresentata l’Annunciazione.

 

Il fonte battesimale in travertino romano, è situato a sinistra del presbiterio, ben visibile dall’assemblea dei fedeli, ed è ispirato al fonte in cui fu battezzato S. Josemaría nella sua città natale di Barbastro e che oggi si trova nella sede centrale dell’Opus Dei, nella Chiesa Prelatizia di S. Maria della Pace.

La rappresentazione del Battesimo di Gesù, realizzata su una grande tela (m. 3,50 x 2,60), opera dello stesso pittore che ha dipinto le pale d’altare, riveste la parete di fondo del Battistero.

Alla destra del Presbiterio è stata posta una statua in gesso policromato della Madonna del Carmelo con il Bambino in braccio; poggia su una base in legno marmorizzato. Fu fatta fare da S. Josemaría nel 1975 e nel 1996 è stata donata alla Parrocchia da S.E. Mons. Javier Echeverria, Prelato dell’Opus Dei.

L’organo a canne è collocato nella parte sinistra della navata. È dotato di due tastiere con 18 registri e 1222 canne, a trasmissione meccanica. È stato realizzato dalla ditta Pinchi di Foligno.

Le XIV Stazioni della Via Crucis, in bronzo e delle dimensioni di cm. 60 x 80, sono opera di Romano Cosci. Disposte sui due lati della navata, sono caratterizzate da uno stile figurativo sobrio e contenuto, da cui traspare la propensione dell’artista per i grandi maestri del Rinascimento.

Quattro affreschi monocromatici, sempre del Cosci, raffiguranti il martirio di S. Pietro e di S. Paolo (m. 4,20 x 2,20) e gli Arcangeli S. Raffaele e S. Gabriele (m. 1,00 x 2,20), decorano la parete di fondo della chiesa.

La Cappella feriale è accessibile dalla chiesa, dalla Sagrestia e anche direttamente dal porticato esterno. È dedicata ai Santi Pietro e Paolo, rappresentati sulla parete ai lati dell’altare in due dipinti opera del pittore prof. Perez.

San Paolo
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San Pietro

L’altare, in marmo bianco di Carrara, ha due paliotti di bronzo, l’uno con i simboli dei due Apostoli, le chiavi e la spada, l’altro con i simboli del Buon Pastore. Impressa nel marmo si legge la giaculatoria “Sancti Petre et Paule orate pro nobis”.

La Cappella termina con una piccola abside a pianta semiellittica con al centro il Tabernacolo con la raffigurazione della Risurrezione.

L’abside è rivestita da un’elegante decorazione a mosaico con al centro l’incoronazione della Vergine da parte di Gesù che con la destra pone la corona sul capo di Maria, mentre con la sinistra regge un libro in cui è scritto: Veni electa mea et ponam in te thronum meum, frase presente nell’antico Antifonario Romano. 

 Fiancheggiano la scena due gruppi di Santi.

A sinistra S. Josemaría con S. Agnese, S. Cecilia, S.Felicita, S. Stefano e S. Lorenzo (5 Santi e Sante Martiri dei primi secoli)
A destra S. Giuseppe con S. Pio X, S. Tommaso Moro, S. Caterina da Siena, S. Nicola di Bari, il S. Curato d’Ars (i 5 Santi scelti da S. Josemaría come Intercessori dell’Opus Dei).

L’opera è stata realizzata, su progetto del prof. Perez, dallo Studio di Virgilio e Fabrizio Cassio, maestri romani del mosaico.

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Recentemente, sono stati aggiunti due dipinti di grandi dimensioni in due rientri della navata della chiesa. In quello di  sinistra sono rappresentati San Giovanni Paolo II e il Beato Alvaro Del Portillo presso un modello della nostra chiesa, ricordando il giorno 17 maggio 1992 in cui, dopo il rito della beatificazione di San Josemaria fu presentato al Papa il progetto della nostra parrocchia. Nel secondo, posto sulla destra, viene rappresentato San Josemaria che offre alla venerazione il Bambino che veneriamo nella nostra chiesa nei giorni di Natale. Sono opera del pittore campano Salvatore Seme.

Salvatore Seme (2018)

O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa san Giovanni Paolo II e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della Tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d’amore.

Egli, confidando totalmente nella Tua infinita misericordia e nella materna intercessione di Maria, ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore e ci ha indicato la santità come misura alta della vita cristiana ordinaria quale strada per raggiungere la comunione eterna con Te. Concedici, per sua intercessione, secondo la Tua volontà, la grazia che imploriamo ….  Amen.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

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Dio Padre misericordioso, che concedesti al beato Álvaro, Vescovo, la grazia di essere, con l’aiuto della Vergine Maria, pastore esemplare nel servizio della Chiesa e fedelissimo figlio e successore di san Josemaría, fondatore dell’Opus Dei: fa’ che anch’io sappia rispondere con fedeltà alle esigenze della vocazione cristiana, trasformando tutti i momenti e le circostanze della mia vita in occasioni per amarti e per servire il Regno di Cristo; degnati di concedere la canonizzazione del beato Álvaro e accordami per la sua intercessione il favore che ti chiedo:… (si chieda). Amen.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

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Salvatore Seme (2019)

O Dio, che per mediazione di Maria Santissima concedesti a san Josemaría, sacerdote, innumerevoli grazie, scegliendolo come strumento fedelissimo per fondare l’Opus Dei, cammino di santificazione nel lavoro professionale e nell’adempimento dei doveri ordinari del cristiano, fa’ che anch’io sappia trasformare tutti i momenti e le circostanze della mia vita in occasioni per amarti e per servire con gioia e semplicità la Chiesa, il Romano Pontefice e tutte le anime, illuminando i cammini della terra con la fiamma della fede e dell’amore.

Concedimi, per intercessione di san Josemaría, la grazia che ti chiedo:… (si chieda). Amen.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

San Josemaría Escrivá

San Josemaría Escrivá de Balaguer nacque a Barbastro (Spagna) il 9 gennaio 1902. Venne ordinato sacerdote a Saragozza il 28 marzo 1925.

Il 2 ottobre 1928, a Madrid, per divina ispirazione, fondò l’Opus Dei, che ha aperto ai fedeli cristiani un nuovo cammino di santificazione in mezzo al mondo, attraverso lo svolgimento del lavoro quotidiano e nel compimento dei doveri personali, familiari e sociali; per questa via ciascuno diventa fermento di intensa vita cristiana in tutti gli ambienti. I1 14 febbraio 1930 S. Josemaría comprese, con la grazia di Dio, che l’Opus Dei doveva svolgere il suo apostolato anche tra le donne.

Il 14 febbraio 1943 fondò la Società Sacerdotale della Santa Croce, inseparabilmente unita all’Opus Dei.

I1 16 giugno del 1950 l’Opus Dei riceveva l’approvazione definitiva della Santa Sede e il 28 novembre 1982 veniva eretta in prelatura personale, la figura giuridica desiderata e prevista da S. Josemaría.

Costante nella preghiera e nella penitenza, con l’esercizio eroico di tutte le virtù, con amorosa dedizione e infaticabile zelo per tutte le anime, e con una continua e incondizionata donazione di sé alla Volontà di Dio, ha dato impulso e guidato l’espansione dell’Opus Dei in tutto il mondo. Quando il Fondatore concluse la sua esistenza terrena, l’Opus Dei era diffusa nei cinque continenti, con più di 60.000 membri di 80 nazionalità, tesi al servizio della Chiesa con lo stesso spirito di piena unione e venerazione per il Papa e per i vescovi che il Santo aveva sempre vissuto.

La Santa Messa costituiva la radice e il centro della sua vita interiore. Il profondo senso della filiazione divina, vissuto in continua presenza di Dio Uno e Trino, lo spingeva a cercare sempre e in tutto la più completa identificazione con Gesù Cristo, ad avere una tenera e forte devozione alla Vergine Maria e a San Giuseppe, ad intrattenere un rapporto abituale e fiducioso coi Santi Angeli Custodi e ad essere, per tutti i cammini della terra, seminatore di pace e di gioia.

Mons. Escriva aveva offerto molte volte la sua vita per la Chiesa e per il Romano Pontefice. Il Signore ha accettato questa offerta e Mons. Escrivá ha reso santamente la sua anima a Dio il 26 giugno 1975, a Roma, nella sua stanza di lavoro.

Il suo corpo riposa nella chiesa prelatizia di S. Maria della Pace – viale Bruno Buozzi 75, Roma – costantemente accompagnato dall’orazione e dalla gratitudine dei suoi figli e figlie e di innumerevoli persone che si sono avvicinate a Dio attratte dal suo esempio e dai suoi insegnamenti.

Josemaría Escrivá è stato beatificato da Sua Santità Giovanni Paolo II il 17 maggio 1992 e canonizzato, a Roma, il 6 ottobre 2002.  

Dipinto nella Cappella dedicata a San Josemaria nella chiesa di Nostra Signora degli Angeli a Madrid, in cui si fa memoria della nascita dell'Opus Dei il 2 ottobre 1928
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