Adorazione Eucaristica

ADORAZIONE EUCARISTICA

OGNI GIOVEDÌ
19,00 – 20,00

Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile
sacramento dell’Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale
della tua Pasqua,
fa’ che adoriamo con viva fede
il santo mistero del tuo corpo
e del tuo sangue,
per sentire sempre in noi
i benefici della redenzione.
Tu che vivi e regni
nei secoli dei secoli.
Amen.

_______________

Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
Amen.

DAVANTI A TE

Signore Gesù,
siamo qui raccolti davanti a te.
Tu sei il Figlio di Dio fatto uomo,
da noi crocifisso e dal Padre Risuscitato.
Tu, io vivente, realmente presente in mezzo a noi.
Tu, la vita, la verità e la vita:
Tu, che solo hai parole di vita eterna.
Tu, l’unico fondamento della nostra salvezza,
e l’unico nome Da invocare per avere speranza.
Tu l’immagine del Padre e il donatore dello Spirito;
Tu, l’Amore: l’Amore non amato.
Signore Gesù, noi crediamo in Te,
ti adoriamo, ti amiamo con tutto il nostro cuore,
e proclamiamo il tuo nome al di sopra di ogni altro nome.
Signore Gesù rendici vigilanti nell’attesa della tua venuta.

San Giovanni Paolo II

 

CANTI PER L’ADORAZIONE

1. PANGE LINGUA

Pange, lingua, gloriosi
corporis mysterium,
sanguinisque pretiosi
quem in mundi pretium,
fructus ventris generosi,
rex effudit gentium.

Nobis datus, nobis natus
ex intacta Virgine,
et in mundo conversatus,
sparso verbi semine,
sui moras incolatus
miro clausit ordine.

In supremae nocte cenae
recumbens cum fratribus,
observata lege plene
cibis in legalibus,
cibum turbae duodenae
se dat suis panibus.

Verbum caro panem verum
verbo carnem efficit,
fitque sanguis Christi merum,
et, si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum
sola fides sufficit.

Tantum ergo sacramentum
veneremur cernui;
et antiquum documentum
novo cedat ritui;
praestet fides supplementum
sensuum defectui.

Genitori genitoque
laus et iubilatio,
salus honor virtus quoque
sit et benedictio;
procedenti ab utroque
compar sit laudatio. Amen.

2. GENTI TUTTE

Genti tutte, proclamate
il mistero del Signor,
del suo corpo e del suo sangue
che la Vergine donò
e fu sparso in sacrificio
per salvar l’umanità.

Dato a noi da madre pura,
per noi tutti s’incarnò.
La feconda sua parola
tra le genti seminò;
con amore generoso
la sua vita consumò.

Nella notte della Cena.
coi fratelli si trovò.
Del pasquale sacro rito
ogni regola compì
e agli apostoli ammirati
come cibo si donò.

La parola del Signore
pane e vino trasformò:
pane in carne, vino in sangue,
in memoria consacrò!
Non i sensi, ma la fede
prova questa verità.

Adoriamo il Sacramento
che Dio padre ci donò.
Nuovo patto, nuovo rito
nella fede si compì.
Al mistero è fondamento
la parola di Gesù.

Gloria al Padre onnipotente,
gloria al Figlio Redentor,
lode grande, sommo onore
all’eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore
alla santa Trinità. Amen.

3. INNI E CANTI

Inni e canti sciogliamo, o fedeli,
al divino eucaristico re.
Egli, ascoso nei mistici veli,
cibo all´alma fedele si diè.

Dei tuoi figli lo stuolo qui prono,
o Signor dei potenti, Te adora:
per i miseri implora perdono,
per i deboli implora pietà!
Per i miseri implora perdono,
per i deboli implora pietà!

Sotto i veli che il grano compose,
su quel trono raggiante di luce,
il Signor dei signori si ascose,
per avere l´impero dei cuor. Rit.

Signor, che dall´Ostia radiosa,
sol di pace ne parli d´amor,
in te l´alma smarrita riposa,
in te spera chi lotta e chi muor. Rit.

4. LODATE DIO

Lodate Dio, schiere beate del cielo;
lodate Dio, genti di tutta la terra;
cantate a Lui, che l´universo creò,
somma sapienza e splendore.

Lodate Dio, Padre che dona ogni bene;
lodate Dio, ricco di grazia e perdono;
cantate a Lui, che tanto gli uomini amò,
da dare l´unico Figlio.

Lodate Dio, uno e trino Signore;
lodate Dio meta e premio dei buoni;
cantate a Lui, sorgente d´ogni bontà,
per tutti i secoli. Amen.

5. T´ADORIAM, OSTIA DIVINA

T’adoriam, ostia divina,
t´adoriam, ostia d´amor!
Tu degli angeli il sospiro,
tu dell´uomo sei l´onor.

Rit. T´adoriam, ostia divina,
t
´adoriam, ostia d ´amor!

Tu dei forti la dolcezza,
tu dei deboli il vigor,
tu salute dei viventi,
tu speranza di chi muor.

Ti conosca il mondo e t´ami:
tu la gioia d´ogni cor,
ave, o Dio nascosto e grande,
tu nei secoli il Signor.

6. RESTA CON NOI SIGNORE

Resta con noi, Signore, la sera,
resta con noi e avremo la pace.

Resta con noi, non ci lasciar,
la notte mai più scenderà.
Resta con noi, non ci lasciar
per le vie del mondo, Signor!

Ti porteremo ai nostri fratelli,
ti porteremo lungo le strade.

Voglio donarti queste mie mani,
voglio donarti questo mio cuore.

Fammi sentire l’ansia del cuore,
fammi amare chi non mi ama.

7. SONO QUI A LODARTI

Luce del mondo nel buio
del cuore vieni ed illuminami,
tu mia sola speranza di vita
resta per sempre con me.

Sono quì a lodarti, quì per adorarti,
quì per dirti che tu sei il mio Dio
e solo tu sei Santo, sei meraviglioso,
degno e glorioso sei per me.

Re della storia e Re della gloria
sei sceso in terra fra noi,
con umiltà il tuo trono hai lasciato
per dimostrarci il tuo amor.

Sono quì a lodarti, quì per adorarti,
quì per dirti che tu sei il mio Dio
e solo tu sei Santo, sei meraviglioso,
degno e glorioso sei per me.

Io mai saprò quanto ti costò
lì sulla croce morir per me.
Io mai saprò quanto ti costò
lì sulla croce morir per me.

Sono quì a lodarti, quì per adorarti,
quì per dirti che tu sei il mio Dio
e solo tu sei Santo, sei meraviglioso,
degno e glorioso sei per me.

Sono quì a lodarti, quì per adorarti,
quì per dirti che tu sei il mio Dio
e solo tu sei Santo, sei meraviglioso,
degno e glorioso sei per me.

Sono quì a lodarti, quì per adorarti,
quì per dirti che tu sei il mio Dio
e solo tu sei Santo, sei meraviglioso,
degno e glorioso sei per me.

8. SEI TU SIGNORE IL PANE

Sei tu, Signore, il pane,
tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova,
sei vivo in mezzo a noi.

Nell’ultima sua cena
Gesù si dona ai suoi:
“Prendete pane e vino,
la vita mia per voi”.

“Mangiate questo pane:
chi crede in me vivrà.
Chi beve il vino nuovo
con me risorgerà”.

È Cristo il pane vero,
diviso qui fra noi:
formiamo un solo corpo
e Dio sarà con noi.

Se porti la sua croce,
in lui tu regnerai.
Se muori unito a Cristo,
con lui rinascerai.

Verranno i cieli nuovi,
la terra fiorirà.
Vivremo da fratelli:
la Chiesa è carità. 

9. CREDO IN TE SIGNORE

Credo in te, Signore,
credo nel tuo amore,
nella tua forza che sostiene il mondo.
Credo nel tuo sorriso
che fa splendere il cielo
e nel tuo canto che mi dà gioia.

Credo in te, Signore,
credo nella tua pace,
nella tua vita, che fa bella la terra.
Nella tua luce
che rischiara la notte,
sicura guida nel mio cammino.

Credo in te, Signore,
credo che tu mi ami,
che mi sostieni
che mi doni il perdono,
che tu mi guidi
per le strade del mondo,
che mi darai  la tua vita.

10. MISTERO DELLA CENA

Mistero della Chiesa è il Corpo di Gesù.
Mistero della pace è il Sangue di Gesù.

Il pane che mangiamo fratelli ci farà.
Intorno a questo altare l’amore crescerà.

Mistero della cena è il Corpo di Gesù.
Mistero della Croce è il Sangue di Gesù.

Il pane che spezziamo è Cristo in mezzo a noi.
Gesù risorto e vivo sarà sempre con noi.

Mistero della Chiesa è il Corpo di Gesù.
Mistero della pace è il sangue di Gesù.
Il calice di Cristo fratelli ci farà.
Intorno a questo altare rinasce l’unità.

11. IL TUO POPOLO IN CAMMINO

Rit.   Il tuo popolo in cammino
cerca in te la guida.
Sulla strada verso il Regno
sei sostegno col tuo corpo:
resta sempre con noi, o Signore!

È il tuo pane, Gesù, che ci dà forza
e rende più sicuro il nostro passo.
Se il vigore nel cammino si svilisce,
la tua mano dona lieta la speranza.
Rit.

È il tuo vino, Gesù, che ci disseta
e sveglia in noi l´ardore di seguirti.
Se la gioia cede il passo alla stanchezza,
la tua voce fa rinascere freschezza.
Rit.

È il tuo Corpo, Gesù, che ci fa Chiesa,
fratelli sulle strade della vita.
Se il rancore toglie luce all´amicizia,
dal tuo cuore nasce giovane
il perdono.
Rit.

È il tuo Sangue, Gesù, il segno eterno
dell´unico linguaggio dell´amore.
Se il donarsi come te richiede fede,
nel tuo Spirito sfidiamo l´incertezza.
Rit.

È il tuo dono, Gesù, la vera fonte
del gesto coraggioso di chi annuncia.
Se la Chiesa non è aperta ad ogni uomo,
il tuo fuoco le rivela la missione.
Rit.

12. CON TE GESU

Con te, Gesù,
raccolti qui sostiamo;
crediamo in te, che sei la Verità.
Per te, Gesù,
rendiamo grazie al Padre;
speriamo in te, immensa Bontà.
In Te, Gesù, abbiamo la salvezza:
amiamo te, o Dio con noi.

Un giorno a te,
verremo, o Signore:
l’eternità germoglierà in noi.
Verremo a te, provati dalla vita,
e tu sarai salvezza per noi.
Sia lode a te, Signore della vita!
Sia lode a te, o Dio con noi!

13. NOI CANTEREMO GLORIA A TE

Noi canteremo gloria a te,
Padre che dai la vita.
Dio d’immensa carità,
Trinità infinita.

Tutto il creato vive in te,
segno della tua gloria.
Tutta la storia ti darà
onore e vittoria.

La tua parola venne a noi,
annuncio del tuo dono:
la tua promessa porterà
salvezza e perdono.

Dio si è fatto come noi,
è nato da Maria:
Egli nel mondo ormai sarà
verità, vita e via.

14. DOV’E’ CARITA’ E AMORE

Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.

Ci ha riuniti tutti insieme Cristo amore,
rallegriamo, esultiamo nel Signore.
Temiamo e amiamo il Dio vivente
e amiamoci tra noi con cuore sincero.

Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.

Noi formiamo qui riuniti un solo corpo
evitiamo di dividerci tra noi
via le lotte maligne, via le liti
e regni in mezzo a noi Cristo Dio.

Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.

Chi non ama resta sempre nella notte
e dall’ombra della morte non risorge
ma se noi camminiamo nell’amore
noi saremo veri figli della luce.

Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.

Nell’amore di colui che ci ha salvato
rinnovati dallo Spirito del Padre
tutti uniti sentiamoci fratelli
e la gioia diffondiamo sulla terra.

Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.

Imploriamo con fiducia il Padre Santo
perché doni ai nostri giorni la sua pace
ogni popolo dimentichi i rancori
ed il mondo si rinnovi nell’amore.

Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.

Fa’ che un giorno contempliamo il tuo volto
nella gloria dei beati, Cristo Dio
e sarà gioia immensa, gioia vera
durerà per tutti i secoli senza fine.

Rit. Dov’è carità e amore qui c’è Dio.

18. IL SIGNORE E’ LA LUCE

1. Il Signore è la luce che vince la notte.
Gloria, gloria, cantiamo al Signore!(2 volte)

2. Il Signore è la voce che umilia il silenzio.
Gloria, gloria, cantiamo al Signore!(2 volte)

3. Il Signore è la vita che vince la morte.
Gloria, gloria, cantiamo al Signore!(2 volte)

4. Il Signore è il coraggio che umilia il terrore.
Gloria, gloria, cantiamo al Signore!(2 volte)

5. Il Signore è la grazia che vince il peccato.
Gloria, gloria, cantiamo al Signore!(2 volte)

6 Il Signore è la gioia che vince l’angoscia.
Gloria, gloria, cantiamo al Signore!(2 volte)

7. Il Signore è la pace che vince la guerra.
Gloria, gloria, cantiamo al Signore!(2 volte)

19. SALVE REGINA

Salve, Regina, mater misericordiae;
vita, dulcedo et spes nostra, salve.

Ad te clamamus, exsules filii Evae,
ad te suspiramus, gementes et flentes
in hac lacrimarum valle.

Eia ergo, advocata nostra,
illos tuos misericordes oculos
ad nos converte.
Et Iesum,
benedictum fructum ventris tui,
nobis post hoc exsilium
ostende.

O clemens, o pia,
o dulcis Virgo Maria.

 

 LETTERA SULL’ADORAZIONE EUCARISTICA
GIOVANNI PAOLO II

Esorto i cristiani a fare regolarmente visita a Cristo presente nel Santissimo Sacramento dell’altare, poiché noi siamo tutti chiamati a rimanere in modo permanente in presenza di Dio, grazie a Colui che resterà con noi fino alla fine dei tempi. Nella contemplazione i cristiani percepiscono con maggiore profondità che il mistero pasquale è al centro di tutta la vita cristiana.

1. Gesù non è più presente in mezzo agli uomini allo stesso modo in cui lo fu lungo le vie della Palestina.

Dopo la Risurrezione, nel suo corpo glorioso, apparve alle donne e ai suoi discepoli. Quindi con­dusse gli Apostoli « fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse…, si staccò da loro e fu portato verso il cielo » (Lc 24,50-51). Tuttavia, ascendendo al Padre, Cristo non si è allontanato dagli uomini. Egli resta sempre in mezzo ai suoi fratelli e, come ha pro messo, li accompagna e li guida mediante il suo Spirito.

La sua presenza è ora di un altro ordine. In effetti « nell’ultima cena, dopo aver celebrato la Pasqua con i suoi discepoli, mentre passava da questo mondo a suo Padre, Cristo istituì questo sacramento come me moria perpetua della sua passione…, il più grande di tutti i miracoli; a coloro che la sua assenza avrebbe riempito di tristezza, la sciò questo sacramento come incomparabile conforto » (Tommaso d’Aquino, Ufficio del Corpus Domini, 57,4).

Ogni volta che nella Chiesa celebriamo l’Eucaristia, noi ricordiamo la morte del Salvatore, annunciamo la sua risurrezione, nell’attesa della sua venuta. Nessun sacra­mento è dunque più prezioso e più grande di quello dell’Eucaristia; ricevendo la comunione veniamo incorporati a Cristo. La nostra vita è trasformata e assunta dal Signore.

2. Al di fuori della celebrazione eucaristica, la Chiesa si prende cura di venerare l’Eucaristia che deve essere « conservata… come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale » (Paolo VI, Mysterium Fidei, n. 68).

La contemplazione prolunga la comunione e permette di incontrare durevolmente Cristo, vero Dio e vero uomo, di lasciarsi guardare da lui e di fare esperienza della sua presenza. Quando lo contempliamo presente nel Santissimo Sacramento dell’alta re, Cristo si avvicina a noi e diventa intimo con noi più di quanto lo siamo noi stessi; ci rende partecipi della sua vita divina in un’unione che trasforma e, mediante lo Spirito, ci apre la porta che conduce al Padre, come egli stesso disse a Filippo: « Chi ha visto me ha visto il Padre » (Gv 14,9).

La contemplazione, che è anche una comunione di desiderio, ci associa intimamente a Cristo e associa in modo particolare coloro che sono impossibilitati a riceverlo.

Rimanendo in silenzio dinanzi al Santissimo Sacramento, è Cristo, totalmente e realmente presente, che noi scopriamo, che noi adoriamo e con il quale stiamo in rapporto.

Non è quindi attraverso i sensi che lo percepiamo e gli siamo vicini. Sotto le specie del pane e del vino, è la fede e l’amore che ci portano a riconoscere il Signore, Lui ci comunica pienamente « i benefici di questa redenzione che ha compiuto, Lui, il Maestro, il Buon Pastore, il Mediatore più gradito al Padre » (Leone XIII, Mirae caritatis).

Come ricorda il Libro della fede dei Vescovi del Belgio, la preghiera d’adorazione in presenza del Santissimo Sacramento unisce i fedeli « al mistero pasquale; essa li rende partecipi del sacrificio di Cristo di cui l’Eucaristia è il “sacramento permanente” ».

3. Onorando il Santissimo Sacramento, noi compiamo anche una profonda azione di rendimento di grazie che eleviamo al Padre, poiché attraverso suo Figlio egli ha visitato e redento il suo popolo.

Mediante il sacrificio della Croce, Gesù ha dato la vita al mondo e ha fatto di noi i suoi figli adottivi a sua immagine, instaurando rapporti particolarmente intimi, che ci per mettono di chiamare Dio col nome di Padre.

Come ci ricorda la Scrittura, Gesù passa va intere notti a pregare, in particolare nei momenti in cui aveva scelte importanti da fare. Nella preghiera, mediante un gesto di fiducia filiale, imitando il suo Maestro e Signore, il cristiano apre il proprio cuore e le proprie mani per ricevere il dono di Dio e per ringraziarlo dei suoi favori, offerti gratuitamente.

4. E’ bello intrattenersi con Cristo e, chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto, possiamo essere toccati dall’amore infinito del suo Cuore.

Impariamo a conoscere più a fondo colui che si è donato totalmente, nei diversi misteri della sua vita divina e umana, per diventare discepoli e per entrare, a nostra volta, in quel grande slancio di dono, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo. «Seguire Cristo non è un’imitazione esteriore, perché tocca l’uomo nella sua profonda intimità » (Veritatis splendor, n. 21). Noi siamo invitati a seguire il suo insegnamento, per essere poco a poco configurati a lui, per permettere al lo Spirito di agire in noi e per realizzare la missione che ci è stata affidata. In particola re, l’amore di Cristo ci spinge a operare incessantemente per l’unità della sua Chiesa, per l’annuncio del Vangelo fino ai confini della terra e per il servizio degli uomini: « noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo; tutti infatti partecipiamo dell’unico pane » (1Cor 10,17): è questa la Buona Notizia che fa gioire il cuore dell’uomo e gli mostra che è chiamato a prendere parte alla vita beata con Dio.

Il mistero eucaristico è la fonte, il centro e il culmine dell’attività spirituale e caritativa della Chiesa (cf: Presbyterorum ordinis, n. 6).

E’ intimità divina con Cristo, nel silenzio della contemplazione, non ci allontana dai nostri contemporanei, ma, al contrario, ci rende attenti e aperti alle gioie e agli affanni degli uomini e allarga il cuore alle dimensioni del mondo. Essa ci rende solidali verso i nostri fratelli in umanità, in particolare verso i più piccoli, che sono i prediletti del Signore.

Attraverso l’adorazione, il cristiano contribuisce misteriosamente alla trasformazione radicale del mondo e alla diffusione del Vangelo. Ogni persona che prega il Sal­vatore trascina dietro di sé il mondo intero e lo eleva a Dio.

Coloro che s’incontrano con il Signore svolgono dunque un eminente servizio; essi presentano a Cristo tutti coloro che non lo conoscono o che sono lontani da lui; essi vegliano dinanzi a lui, in loro nome.

5. In occasione di questo giubileo, incoraggio i sacerdoti a ravvivare il ricordo della loro ordinazione sacerdotale, mediante la quale Cristo li ha chiamati a partecipa re in modo particolare al suo unico sacerdozio, soprattutto nella celebrazione del sacrificio eucaristico e nell’edificazione del suo corpo mistico che è la Chiesa.

Che essi ricordino le parole pronuncia te dal Vescovo nel corso della liturgia del la loro ordinazione: « Prendete coscienza di ciò che farete, vivete ciò che compire te, e conformatevi al mistero della Croce del Signore »!

Attingendo alla fonte dei santi misteri mediante tempi di contemplazione fedeli e regolari, essi ricaveranno frutti spirituali per la loro vita personale e per il loro ministero e potranno, a loro volta, rendere il popolo cristiano a loro affidato atto a cogliere la grandezza « della loro partecipazione peculiare al sacerdozio di Cristo » (Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo, 1996).

6. «I fedeli, quando adorano Cristo presente nel Santissimo Sacramento, devono ricordarsi che questa presenza de riva dal Sacrificio e tende alla comunione sia sacramentale che spirituale » (Congregazione dei Riti, Istruzione sul culto del l’Eucaristia, n. 50).

Esorto dunque i cristiani a fare regolar mente visita a Cristo presente nel Santissimo Sacramento dell’altare, poiché noi siamo tutti chiamati a rimanere in modo per­manente in presenza di Dio, grazie a Colui che resterà con noi fino alla fine dei tempi.

Nella contemplazione i cristiani percepiscono con maggiore profondità che il mistero pasquale è al centro di tutta la vita cristiana. Questo cammino li porta a unirsi più intensamente al mistero pasquale e a fare del sacrificio eucaristico, dono perfetto, il centro della loro vita, secondo la loro vocazione specifica, in quanto esso confe­risce al popolo cristiano una dignità in comparabile (cfr. Paolo VI, Mysterium Fidei, n. 67).

In effetti, con il dono dell’Eucaristia, noi siamo accolti da Cristo, riceviamo il suo perdono, ci nutriamo della sua parola e del suo pane e siamo quindi inviati in missione nel mondo; ognuno è così chiamato a rendere testimonianza di ciò che ha ricevuto e a fare lo stesso con i suoi fratelli.

I fedeli rafforzano la loro speranza scoprendo che, con Cristo, la sofferenza e la disperazione possono essere trasfigurate, poiché, con Lui, noi siamo già passati dalla morte alla vita. Pertanto, quando essi offrono al Maestro della Storia la loro vita, il loro lavoro e tutta la creazione, allora le loro giornate vengono illuminate.

7. Raccomando ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, così come ai laici, di proseguire e d’intensificare i loro sforzi per insegnare alle giovani generazioni il senso e il valore dell’adorazione e della devozione eucaristiche.

Come potranno i giovani conoscere il Signore se non vengono introdotti al miste ro della sua presenza? Come il giovane Samuele, imparando le parole della preghiera del cuore, essi saranno più vicini al Signore che li accompagnerà nella loro crescita spirituale e umana e nella testimonianza missionaria che dovranno rendere per tutta la loro esistenza.

Il mistero eucaristico è in effetti il « culmine di tutta l’evangelizzazione » (Lumen gentium, n. 28), poiché è la testimonianza più eminente della Risurrezione di Cristo. Tutta la vita interiore ha bisogno di silenzio e d’intimità con Cristo per crescere. Questa familiarità progressiva con il Signore per metterà ad alcuni giovani d’impegnarsi nel servizio dell’accolitato e di partecipare più attivamente alla Messa; stare presso l’alta re è per i giovani anche un’occasione privilegiata per ascoltare la chiamata di Cristo e seguirlo più radicalmente nel ministero sacerdotale.

Lettera inviata dal Santo Padre al Vescovo di Liegi in occasione del 750° anniversario della festa del SS. Corpo e Sangue di Cristo – 28 maggio 1996 –